Consulta Provinciale per la Salute Mentale - Lecce

..., 21.02.2001

AL DIRETTORE GENERALE
A.U.S.L. ...
SEDE

Il sottoscritto Dr ...,

- facendo seguito all'incontro di reparto del 12 c.m. nel corso del quale si è discusso di una propria nota su varie irregolarità riscontrate nell'andamento del reparto;

- situazione che, prima di essere portata a conoscenza del coordinatore, era stata rappresentata al responsabile del reparto, Dr ..., verbalmente in varie occasioni, per iscritto in relazione ai fatti più gravi, e riepilogata in una precedente nota del 4.12.2000 ma senza riscontro concreto;

- constatando che le risposte fornite in quella sede non hanno affatto fornito la chiarezza necessaria, ma hanno rinforzato un concetto che si può sintetizzare con quello di "restaurazione manicomiale", e che qui si sintetizza per sommi capi:

1) PERMESSI DI USCITA DAL REPARTO: il coordinatore ha esplicitamente detto che nemmeno ai pazienti ricoveratisi volontariamente debbono essere concessi brevi permessi di uscita, avallando quindi le istanze custodialistiche di alcuni medici e di un gruppo di infermieri (che definirei agenti di custodia più che infermieri di un reparto di psichiatria, con tutto il rispetto per quest'ultima categoria di lavoratori che però svolge svolge il proprio lavoro di custodia in un ambiente differente da quello ospedaliero);

2) RIUNIONI DI REPARTO: il responsabile ha esplicitamente affermato che le riunioni di reparto si svolgeranno quando lui le riterrà opportune, ogni 2-3 mesi e non regolarmente;

3) VISITA DI REPARTO: da un paio di anni non viene effettuata ed il responsabile ha dichiarato pubblicamente che lui non la ritiene necessaria;

4) ERRORI DIAGNOSTICI E TERAPEUTICI: non solo non si ha l'umiltà di riconoscerli (l'errore in medicina è un evento frequente; riconoscerlo ha lo scopo di definire delle procedure per evitare in futuro altri errori) ma si ha l'impudenza di argomentare al fine di dimostrare che non si tratta di errori. Ma quando sono così grossolani (somministrare il Disipal ad un paziente con ipertrofia prostatica - persino uno studente di medicina del 4° anno sa che il Disipal è controindicato nell'ipertrofia prostatica; somministrare liquidi ad un paziente con insufficienza renale senza preoccuparsi di valutare la diuresi; associare antidepressivi SSRI ed anticoagulanti con il rischio di provocare un'emorragia acuta, ecc.), diventano incompatibili con le regole minime, e prudenti, di una buona pratica clinica;

5) Non riuscire a distribuire nei turni gli infermieri professionali, in maniera da evitare che in alcuni giorni in qualche turno manchi l'infermiere professionale;

6) Gettare discredito sulle lamentele di alcuni pazienti circa il trattamento subito da parte di alcuni infermieri, sostenendo (secondo la buona abitudine manicomiale) che i pazienti non sono credibili, sino ad affermare rabbiosamente «aspetto che la paziente ... si ricoveri nuovamente!»;

7) Esame psichico, ma a volte anche quello obiettivo fisico, effettuati dopo la dimissione del paziente.

In considerazione di quanto sopra esposto chiede il proprio trasferimento presso il C.S.M. di ....

DISTINTI OSSEQUI
IL DIRIGENTE MEDICO
(segue firma)

EPILOGO

Il dirigente medico fu trasferito al C.S.M. dopo alcuni mesi; nessun provvedimento è stato sinora adottato per modificare la situazione del reparto.


SOMMARIO
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