Consulta Provinciale per la Salute Mentale - Lecce
Disturbi mentali e diritto al lavoro
(Lettera al "Quotidiano di Lecce" pubblicata il 9 marzo 2000)

Dopo annose vicende legislative, finalmente la legge 104/94 garantisce l'accesso al lavoro delle categorie protette e perciò agevola l'inserimento lavorativo anche dei cittadini affetti da sofferenza mentale.

Il DPR 10/11/99, "Progetto-Obiettivo Tutela della Salute Mentale 98/2000" sancisce senza ombra di dubbio questo diritto, attraverso la realizzazione di percorsi emancipativi "volti all'attivazione delle risorse, quantunque residuali".

Nella nostra realtà leccese, in questi giorni intenta a festeggiare l'8 marzo e le pari opportunità, dobbiamo invece registrare una grave battuta d'arresto e denunziare un atto di vera e propria discriminazione nei confronti di una "donna sofferente di disturbo mentale".

Nei giorni scorsi una giovane donna, sola e con a carico una bimba di 5 anni, è stata convinta a rinunciare ad un posto di lavoro, precario ma faticosamente cercato e molto significativo nel suo percorso di riabilitazione.

La motivazione, tanto futile quanto strumentale, è l'impossibilità di far slittare di un'ora l'orario di presenza. Sappiamo bene quanto sia importante per un dirigente far rispettare gli orari. È sicuramente segno di efficacia ed efficienza delle strutture. Sappiamo anche, perché è il nostro lavoro quotidiano, quanto sia difficile enunciare il rispetto dei diritti (nostri ed altrui) e "sporcarsi le mani", all'occorrenza, perché questa formulazione di principio divenga realtà.

Lavorare per garantire a tutti l'esercizio dei diritti di cittadinanza, avere un atteggiamento realmente libero da pregiudizi è un impegno costante di tipo etico e forse non possiamo chiedere che sia patrimonoio comune. Di questo impegno fa parte, però, anche la denunzia di chi non tutela il posto di lavoro delle fasce più deboli, perché questa è la violazione di una legge dello Stato.

Consulta Provinciale
per la Salute Mentale.

(Lecce)


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