Psichiatria - Sezione F.A.Q.
Le domande più frequenti

a cura del Dr Andrea Mazzeo

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Depressione

D: Egregio dottore, nell'esporle molto brevemente il "caso", Le chiedo come posso aiutare la persona con cui sono in contatto. Si tratta di un giovane di anni 35, ..., alle spalle una brutta storia familiare e di alcool con esperienze estreme. Quando lo conobbi, lo scorso anno, era uscito dall'alcool da circa 3 anni,...Pertanto dovendo ricorrere a medicine "legali" gli vennero somministrati farmaci (quali ... ecc.) che non risolsero il problema. Anzi, assistetti a cambi umorali repentini e veramente intensi, quali manie suicide, non controllo della mobilità, pianti, apatia e chiusura al mondo. Ora sembra gli sia stata diagnosticata una "psicosi maniaco depressiva" attualmente curata in modo tale che sembra non dia risultati soddisfacenti. Le chiedo dottore, esistono cure che possono alleviare il dolore (si tratta da come mi racconta, di forti dolori fisici e di non controllo dello stato emozionale e del sentire) e se un normale psichiatra è in grado di affrontare il problema? Per quanto mi riguarda come posso aiutarlo?

R: La psicosi maniaco-depressiva (oggi si parla di disturbo bipolare) è appunto caratterizzata dall'alternarsi di fasi dell'umore di opposta polarità, di depressione e di eccitamento; può comparire agitazione, possono presentasi idee di suicidio, crisi di pianto, momenti di chiusura, ecc. Il caso deve essere seguito da uno psichiatra, esperto nella gestione degli psicofarmaci (centri universitari: a Milano S. Raffaele, a Roma Un. La Sapienza, a Pisa Un. Normale). Fondamentale, nel trattamento di un disturbo bipolare è la terapia con un farmaco regolatore dell'umore (Carbolithium, Tegretol, Depakin, Neurontin). Poiché si tratta di terapia da fare per alcuni anni, vanno fatti dei controlli periodici degli esami del sangue; per questo è necessario un bravo psichiatra. Data la presenza di dolori fisici, potrebbe essere indicato il Neurontin, ma queste valutazioni vanno fatte visitando il paziente. L'aiuto che lei può dargli (non mi chiami fissato per i farmaci) è quello di mettersi in cura seriamente e di seguire i consigli dello psichiatra. Dal disturbo bipolare oggi si può guarire, o se non c'è la guarigione si può: fare una vita del tutto normale.
Le consiglio un sito che si occupa di questo, può trovare delle notizie utili; è il sito di IDEA, un'associazione di Milano. L'indirizzo è:

http://www.fondazioneidea.it/
. Gli indirizzi di posta elettronica sono:
ideaidea@tin.it - idearisponde@tin.it


D: Nel '98 ho cominciato ad avvertire uno stato di malessere, di disagio che si è riproposto in maniera più evidente l'anno scorso. Inizialmente ho provato un senso di apatia, stranezza, una stanchezza fisica e psichica, un'incapacità e un disagio a vivere la presenza di altre persone, un senso di vergogna.

R: I sintomi sono quelli di una depressione, non necessariamente una malattia depressiva, ma quello che oggi chiamiamo Disturbo Distimico, una forma di depressione non molto grave ma di lunga durata; la terapia prescrittale (Deniban) va bene e può essere ripetuta se necessario (se i sintomi ricompaiono in forma grave).

D: In particolare la mia domanda è: si tratta di timidezza, di depressione, di fobia sociale, di anedonia, o, come mi è stato detto da una parte ma io non ci credo, di disturbo di borderline? O di tutte le cose insieme? Può essere stata la prima causa a determinare altro?

R: Quello che definisce come "problema che c'è sempre stato fin dall'adolescenza" è probabilmente la depressione che può essere iniziata in quel periodo, accompagnata da una fobia sociale. Il disturbo borderline non c'entra niente; l'anedonia è un sintomo della depressione; depressione e fobia sociale sono disturbi che possono comparire assieme.


D: Mi è stata diagnosticata in passato una "Depressione Ansiosa" che ho curato con Anafranil e Lorazepam con buoni risultati. Quest'anno ho avuto una ricaduta per la quale il mio medico mi ha prescritto il Seroxat, ma non ho avuto gli stessi miglioramenti della prima volta; ho sentito parlare del Prozac: potrebbe darmi dei miglioramenti?

R: Partiamo dalla diagnosi: Depressione Ansiosa. La terapia deve comprendere un antidepressivo ed un ansiolitico; quindi la prima terapia prescrittale dal suo medico (Lorazepam ed Anafranil) andava bene (tant'è vero che, come lei stesso dice, ha avuto dei miglioramenti notevoli). Il problema dell'Anafranil è quello degli effetti collaterali (stitichezza, bocca secca, tachicardia), dei possibili rischi in terapie prolungate (possibili problemi della regolarità del ritmo cardiaco) delle controindicazioni (glaucoma, ipertrofia prostatica, cardiopatie). Il Seroxat, ma anche il Prozac, sono farmaci simili, nella loro azione, all'Anafranil, e meglio tollerati nelle terapie prolungate. Non ha, però, avuto gli stessi risultati: è difficile dare una spiegazione di questo fatto, ma si verifica. Forse i vecchi farmaci hanno «qualcosa in più» ma non sappiamo ancora cosa. In questo caso io lascerei perdere la "moda" e tornerei ai famaci che hanno funzionato in precedenza (Lorazepam e Lorans sono la stessa cosa). Ne parli con il suo medico.


D: Lo psichiatra ha parlato di disturbo dell'umore. La mia ragazza durante le sue crisi, non è che vada in uno stato proprio di eccitamento quanto in un vero e proprio stato psicotico, in un mondo suo, in una sua realtà. Vede le persone "strane", che ridono di lei, e piano a piano si convince di alcune cose assurde (per es, nella crisi di giugno '98, in concomitanza dei mondiali di calcio, era convinta che tutte le nazioni fossero in guerra tra loro). È vero, all'inizio è molto euforica, ma può anche piangere o addirittura diventare aggressiva. Le sue crisi finora sono state 3, la prima a 16 anni.

R: Il tipo di problema che descrive ha le caratteristiche di un disturbo bipolare (è uno dei disturbi dell'umore); le ricadute possono essere precedute da fattori stressanti (come nella sua ragazza), ma tali fattori non vengono ritenuti rilevanti, nel senso che la ricaduta sarebbe arrivata ugualmente anche senza i fattori stressanti; del resto, fattori stressanti si saranno verificati anche in altri momenti senza provocare "crisi". La prima crisi è dell'ottobre '92, poi si è ripetuta ad ottobre '97; successivamente ci sono state la depressione del marzo '98 e quella attuale del marzo 2000. Come vede, tendono a ripetersi più o meno nei medesimi periodi, le prime due ad ottobre-novembre, le seconde due a febbraio-marzo. Lo stato "psicotico" viene spiegato dal fatto che mentre si trova in uno stato di lieve eccitamento psichico (le prime due crisi) va contemporaneamente in depressione; la coesistenza di questi due stati opposti dell'umore (stati misti) dà origine ai fenomeni psicotici. La terapia farmacologica in queste fasi è fondamentale; quando avrà superata la fase attuale potrà essere utile la psicoterapia, per chiarire il peso dei fattori stressanti, o meglio la componente psicologica individuale che conferisce ad un evento il suo essere "stressante"; è vero che l'approccio cognitivo-comportamentale non va a fondo, ma vi sono situazioni in cui non è opportuno "andare a fondo". Nel disturbo bipolare è importante correggere alcuni schemi cognitivi che potrebbero avere un ruolo nelle ricadute; sicuramente dietro questi schemi cognitivi ci sono elementi "profondi" (inconsci) ma non sempre è utile tirarli fuori.

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